lunedì 24 settembre 2012

UniMi e il sostegno alla ricerca




di Diego Rubolini

Ricercatore in Ecologia presso il Dipartimento di Biologia (ora Bioscienze) dal 2007. Si occupa di ecologia del comportamento e biologia della conservazione. Ha recentemente condotto numerosi studi relativi all’effetto dei mutamenti climatici sulle popolazioni di uccelli. Vincitore di uno dei grants “UNIMI per il Futuro – 5 per mille” nel 2009.

Discutendo con i colleghi ricercatori di area scientifica (ma immagino che colleghi di altre aree possano condividere ampiamente questa visione…), due sembrano essere i temi principali sui quali ci si aspetta una significativa “sterzata” da parte del prossimo Rettore di UNIMI rispetto alla attuale gestione:
  1. La questione del supporto amministrativo all’attività di ricerca, in particolar modo per quanto riguarda i grants internazionali (es. ERC), sia per quanto riguarda la fase di redazione dei progetti che per quanto riguarda la gestione finanziaria;
  2. La questione del sostegno alla ricerca di base, a mio parere un aspetto fondamentale per un Ateneo generalista quale il nostro.
Riguardo al primo punto, pare imprescindibile un ampliamento degli uffici di supporto, ad esempio mediante assunzione di personale dedicato, con una preparazione specifica, sia per quanto concerne la promozione che per quanto riguarda l’auditing, in grado di consigliare e indirizzare in maniera efficace le attività di ricerca, acquisizione, e successiva gestione in caso di finanziamento, dei fondi. Le notevoli difficoltà che molti di noi hanno incontrato in questo ambito possono avere un forte impatto negativo sulla qualità del lavoro in Università, oltre a sottrarre tempo e risorse preziose ad attività ben più nobili e di primaria competenza del ricercatore, quali produzione scientifica e formazione.

Per quanto riguarda il secondo punto, la principale preoccupazione per un ricercatore motivato e appassionato del proprio lavoro al giorno d’oggi è senza dubbio trovare il modo di finanziare adeguatamente la propria attività di ricerca. In particolare, molti di noi, vuoi per scarsa fortuna nell’accesso a finanziamenti esterni (dovuta anche alla aleatorietà di tali finanziamenti, alle continue modifiche delle regole per accedervi; pensiamo ad esempio ai recenti bandi PRIN/FIRB), vuoi per difficoltà di finanziamento di tematiche specifiche, magari “di nicchia” ma ugualmente meritevoli di considerazione, hanno assai “sofferto” la decisione dell’Ateneo di sospendere qualsiasi finanziamento interno alle attività di ricerca (il compianto PUR) a partire dall’ormai lontano 2009 (!). 

Pur essendo pienamente consapevole della necessità di rivedere alcune delle norme di assegnazione di quei fondi, ad esempio tenendo conto in maniera oggettiva della produttività del richiedente nell’ambito di specifici settori, ritengo sia cruciale trovare uno spazio adeguato nei bilanci futuri dell’Ateneo per ripristinare tale “linfa vitale”. In assenza della quale, molta dell’attività di ricerca di base condotta in UNIMI rischia di scomparire, con la conseguente perdita di un patrimonio scientifico e culturale di valore inestimabile e una inevitabile virata del nostro Ateneo verso una teaching university.

Su entambi questi aspetti ci si attendono azioni incisive, coraggiose e concrete da parte del prossimo Rettore. In un quadro economico difficile come quello che stiamo attraversando, in cui la competizione per la ricerca dei (limitati) fondi a disposizione si fa sempre più serrata, ritengo che una politica chiara riguardo al sostegno alle attività di ricerca dovrà essere un elemento caratterizzante del mandato del futuro Rettore.

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