di Diego Rubolini
Ricercatore in
Ecologia presso il Dipartimento di Biologia (ora Bioscienze) dal 2007. Si
occupa di ecologia del comportamento e biologia della conservazione. Ha
recentemente condotto numerosi studi relativi all’effetto dei mutamenti
climatici sulle popolazioni di uccelli. Vincitore di uno dei grants “UNIMI per
il Futuro – 5 per mille” nel 2009.
Discutendo con i
colleghi ricercatori di area scientifica (ma immagino che colleghi di altre
aree possano condividere ampiamente questa visione…), due sembrano essere i
temi principali sui quali ci si aspetta una significativa “sterzata” da parte
del prossimo Rettore di UNIMI rispetto alla attuale gestione:
- La questione del supporto amministrativo all’attività di ricerca, in particolar modo per quanto riguarda i grants internazionali (es. ERC), sia per quanto riguarda la fase di redazione dei progetti che per quanto riguarda la gestione finanziaria;
- La questione del sostegno alla ricerca di base, a mio parere un aspetto fondamentale per un Ateneo generalista quale il nostro.
Riguardo al primo
punto, pare imprescindibile un ampliamento degli uffici di supporto, ad esempio
mediante assunzione di personale dedicato, con una preparazione specifica, sia
per quanto concerne la promozione che per quanto riguarda l’auditing, in
grado di consigliare e indirizzare in maniera efficace le attività di ricerca,
acquisizione, e successiva gestione in caso di finanziamento, dei fondi. Le
notevoli difficoltà che molti di noi hanno incontrato in questo ambito possono
avere un forte impatto negativo sulla qualità del lavoro in Università, oltre a
sottrarre tempo e risorse preziose ad attività ben più nobili e di primaria
competenza del ricercatore, quali produzione scientifica e formazione.
Per quanto
riguarda il secondo punto, la principale preoccupazione per un ricercatore
motivato e appassionato del proprio lavoro al giorno d’oggi è senza dubbio
trovare il modo di finanziare adeguatamente la propria attività di ricerca. In
particolare, molti di noi, vuoi per scarsa fortuna nell’accesso a finanziamenti
esterni (dovuta anche alla aleatorietà di tali finanziamenti, alle continue
modifiche delle regole per accedervi; pensiamo ad esempio ai recenti bandi
PRIN/FIRB), vuoi per difficoltà di finanziamento di tematiche specifiche,
magari “di nicchia” ma ugualmente meritevoli di considerazione, hanno assai
“sofferto” la decisione dell’Ateneo di sospendere qualsiasi finanziamento
interno alle attività di ricerca (il compianto PUR) a partire dall’ormai
lontano 2009 (!).
Pur essendo pienamente consapevole della necessità di
rivedere alcune delle norme di assegnazione di quei fondi, ad esempio tenendo
conto in maniera oggettiva della produttività del richiedente nell’ambito di
specifici settori, ritengo sia cruciale trovare uno spazio adeguato nei bilanci
futuri dell’Ateneo per ripristinare tale “linfa vitale”. In assenza della
quale, molta dell’attività di ricerca di base condotta in UNIMI rischia di
scomparire, con la conseguente perdita di un patrimonio scientifico e culturale
di valore inestimabile e una inevitabile virata del nostro Ateneo verso una teaching university.
Su entambi questi
aspetti ci si attendono azioni incisive, coraggiose e concrete da parte del
prossimo Rettore. In un quadro economico difficile come quello che stiamo
attraversando, in cui la competizione per la ricerca dei (limitati) fondi a
disposizione si fa sempre più serrata, ritengo che una politica chiara riguardo
al sostegno alle attività di ricerca dovrà essere un elemento caratterizzante
del mandato del futuro Rettore.
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