Di Gabriella Venturini
Gabriella Venturini è Professore ordinario di Diritto
internazionale
Presso il Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e
Storico-Politici
per un breve curriculum vedi http://www.scienzepolitiche.unimi.it/news/VENTURINI.pdf
Il programma presentato da
Francesco Ragusa a sostegno della sua candidatura presenta il pregio di esporre
con chiarezza non solo intenzioni, ma anche precisi dati relativi alla
situazione presente dell'Ateneo e alle possibilità concrete d'intervento. Ne
vorrei commentare brevemente solo alcuni, che mi sembrano particolarmente
significativi.
1. Finanziamento del diritto
allo studio e politiche per la didattica.
È sconcertante constatare la
sperequazione, svantaggiosa per UNIMI,
fra i finanziamenti erogati dalla Regione alle università lombarde.
Un'azione decisa per ridurle mi sembra essenziale. Un aspetto correlato è
l'aumento della disponibilità di residenze universitarie, non solo per gli
studenti iscritti ai corsi di laurea e laurea magistrale, ma anche ai dottorati
e master universitari, la cui attrattività internazionale è fortemente limitata
dalla scarsa "ospitalità" attualmente offerta dal nostro Ateneo.
In parallelo è necessario, a
mio avviso, lo sviluppo di una maggiore consapevolezza e responsabilità da
parte degli studenti Lo studio è impegno e non sempre il risultato risponde
alle aspettative, ma dovrebbe comunque suscitare una riflessione sulle proprie
capacità e reali attitudini. Si chiedono, gli studenti, se disporre di una
possibilità virtualmente illimitata di sostenere un esame che non riescono a
superare, o che potrebbero superare con un risultato inferiore alle proprie
aspettative, favorisca la loro maturazione e le loro possibilità di successo
dopo la laurea? Su questo aspetto anche il corpo docente dovrebbe, a mio
avviso, riflettere in occasione delle riforme degli ordinamenti didattici che
saranno rese necessarie dalla legislazione o dalle necessità di bilancio.
2. Politiche per il
personale.
a) Personale non docente.
La legge 240/2010 e il vigente
Statuto conferiscono ai dipartimenti la responsabilità dell'organizzazione sia
delle attività di ricerca, sia della didattica. Ma i dipartimenti dell'Ateneo
sono attrezzati in maniera assai diversa per far fronte a questi compiti. Il
ruolo del personale non docente è cruciale ed è necessario che in tutte le
strutture dipartimentali vi siano le competenze per espletare al meglio le diverse
attribuzioni. A questo scopo sarà indispensabile procedere a delle
riassegnazioni di unità di personale, da strutture in cui vi sono delle
eccedenze ad altre che si trovano in situazioni di oggettiva sofferenza. In
questo caso, è il personale non docente a dover mostrare disponibilità al
cambiamento, che indubbiamente può provocare inizialmente dei disagi ma è
sempre foriero, se interpretato dinamicamente, di crescita e di miglioramento.
b) Personale docente
L'avvio delle abilitazioni
nazionali prefigura una situazione nella quale molti ricercatori e professori
associati di UNIMI, data la loro validità scientifica, conseguiranno l'idoneità
al passaggio a una fascia superiore, non senza però dover superare un concorso
aperto non solo agli altri idonei del loro settore, ma anche a professori già
in servizio presso altre Università. Il nostro Ateneo ha sinora seguito una
politica molto favorevole al progresso di carriera dei docenti interni, ma il
nuovo sistema li metterà in una condizione di competizione con candidati
esterni, presumibilmente più impegnativa e difficile rispetto alle precedenti
procedure di chiamata. Senza nulla togliere alle legittime aspirazioni dei
giovani colleghi, mi chiedo se tutti noi siamo consapevoli che le Università
"eccellenti", in Italia e all'estero, privilegiano gli apporti
esterni, soprattutto nel reclutamento della fascia più alta della docenza.
Ancora una volta, sarebbe opportuna in proposito una riflessione sulla politica
di reclutamento che l'Ateneo ha perseguito negli ultimi anni, e intende
perseguire nel prossimo futuro.
3. Rapporto
fra Amministrazione centrale e dipartimenti.
La legge 240/2010 prevede un considerevole accentramento
della governance dell'università italiana e il nostro nuovo Statuto vi si è
adeguato. Non considero in modo negativo questa situazione. Ritengo anzi che i
docenti universitari siano gravati da una molteplicità di compiti burocratici
che non facilitano il progresso della loro attività scientifica né la qualità
del loro insegnamento. È avvertito, da parte del corpo docente, il bisogno di
un sempre maggiore supporto da parte dell'amministrazione, nella programmazione
della didattica, nella gestione dei servizi, nei processi di valutazione, nella
presentazione dei progetti europei... Ma come conseguire la migliore
collaborazione reciproca? Come ottimizzare l'interazione fra centro e
periferia? L'Università di Milano comprende una serie di strutture così
differenziate, che ogni progetto di completa armonizzazione non può che
risultare velleitario. Nello stesso tempo, è indispensabile che si consolidi la
percezione di UNIMI come una realtà coesa e solidale. A questo scopo si deve, a
mio avviso, riconoscere e valorizzare le differenze che non pregiudicano
l'efficienza dell'insieme, ma ne favoriscono il miglioramento. Governare la
diversità senza mortificarne le esperienze più innovative e originali
costituisce la sfida principale per chi guiderà il nostro Ateneo nei prossimi
anni.
Nel concludere queste brevi
osservazioni vorrei congratularmi con Francesco Ragusa per l'accuratezza del
suo programma, che offre a chiunque voglia leggerlo un quadro completo delle
problematiche del nostro Ateneo e delle concrete possibilità di affrontarle nel
prossimo futuro.
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